In tempi di risorse sempre più scarse e di disgregazione del tessuto connettivo che animava i nostri quartieri, il welfare deve essere ripensato in un’ottica di sostenibilità e di integrazione tra gli enti che operano per dare una risposta ai bisogni delle persone e delle famiglie in stato di povertà. Immaginare nuove forme di welfare partecipato e comunitario significa agire sia sulla sostenibilità dei progetti (nuove forme di collaborazione), sia sulle forme e sulle metodologie di intervento (approccio multi-dimensionale e integrato, lavoro di rete, la persona al centro).

Il bisogno di solidarietà è in continua crescita. Parallelamente cresce anche la complessità del bisogno e quella del contesto nel quale si sviluppa la gran parte della domanda di aiuto. Si amplia sempre più la tipologia di chi cerca solidarietà mentre alcuni, i cosiddetti “nuovi poveri”, hanno pudore a chiederla. Il fenomeno è quindi sempre più urbano, dove l’“anonimizzazione” di chi cerca risposte ai propri bisogni – tipica appunto dei contesti delle grandi città e delle relative periferie – rende ancor più critica e precaria la risposta: aumenta così la sensazione di marginalizzazione.

In tale contesto, il progetto AMìS Ambiente Milanese per l’Inclusione Solidale vuole sviluppare una soluzione che favorisca l’aggregazione delle risorse e delle energie profuse nel rispondere a questo bisogno di solidarietà. Obiettivo è supportare i diversi attori nell’erogazione di risposte il più possibile integrate e sistematiche governando la naturale complessità del sistema solidale, inevitabilmente incrementale per quantità e per tipologia/articolazione degli aspetti da considerare.

Le direttrici del progetto “AMìS” sono principalmente due:

(1) l’innovazione di “processo”, ovvero di tutto quello che ruota attorno a come costruire la migliore offerta di solidarietà, quindi attorno alle associazioni no-profit, laiche e religiose e al volontariato impegnati per la solidarietà, che attualmente offrono servizi dedicati lavorando in modo non organico e sistemico

(2) l’innovazione del “servizio”, ovvero tutto quello che ruota attorno ai contenuti dell’offerta di solidarietà

mantenendo – sempre – al centro la persona e/o la sua famiglia con il relativo profilo di bisogno.

Allo stato attuale la relazione  tra chi ha uno o più bisogni e chi risponde a detti bisogni è “uno a molti”. Il passaggio fondamentale di Progetto AMìS è quello di ribaltare la prospettiva e mettere Mario e i tanti altri Mario  al centro con l’insieme dei suoi bisogni. Attorno alla persona  ci sono organizzazioni, associazioni, istituzioni, volontari che, per specializzazione, sono in grado di offrire la risposta, facendo interagire e interoperare fra di loro gli stakeholder all’interno della loro specializzazione perché sappiamo tra di loro che Mario cerca un aiuto specifico e tra di loro potrebbero valutare chi può offrire la risposta più appropriata.

E’ altrettanto fondamentale il far interagire e interoperare gli stakeholder tra loro creando le condizioni di un vero e proprio network della solidarietà il cui obiettivo primario è quello di condividere il profilo del bisogno di Mario e di tutti gli altri che cercano aiuto.

una collaborazione tra

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