Uno spazio pensato per accogliere i bisogni delle persone che accedono allo sportello al fine di orientarle in modo accompagnato alle risorse territoriali più adatte per trovare risposte esperte, strutturali e continuative ai differenti bisogni di cui i commensali sono portatori.

È importante pensare che, se si lavora sul tema dei diritti, dobbiamo riferirci non a dei “beneficiari” ma a dei “protagonisti”. In questo senso diventa fondamentale garantire la partecipazione degli interessati alle scelte che li riguardano, come mezzo e come fine dell’azione e degli interventi che vorremo e sapremo mettere in campo.

Lo sportello Ascolto e Orientamento è il luogo privilegiato in cui si intessono relazioni con i commensali che attraversano momenti di disagio anche grave e, grazie all’ascolto attivo, si progettano azioni concrete che mettono in moto reti ed interventi personalizzati per favorire l’inclusione sociale ed il benessere delle persone.

Un luogo fisico, un tempo e delle perone dedicate per offrire quando possibile una porta di accesso, per i commensali che ne fanno richiesta, a tutti i servizi e alle risorse che afferiscono alla rete di Ruben o alla rete territoriale, pubblica, del privato sociale o del volontariato cattolico e laico.

Uno sportello a bassa soglia in quanto per accedervi non viene richiesto alcun documento o criterio specifico se non l’essere registrato come commensale di Ruben e che si configura come luogo in cui le persone in difficoltà che vedono in questa possibilità una risposta convincente, possono rivolgersi trovando ascolto, orientamento ed aiuto concreto per indirizzare i propri bisogni verso le risposte più adatte.

Costruiamo assieme all’utente percorsi sostenibili e concreti, utilizzando le risorse del territorio e valorizzando le risorse individuali al fine di rendere la persona autonoma e autodeterminata nella risoluzione dei problemi.

Gli obiettivi del progetto

  1. Ascoltare le persone che si rivolgono allo sportello d’ascolto in modo non giudicante, accogliendo la storia personale e sociale che ci viene raccontata. Per i commensali trovare disponibilità all’ascolto in un luogo a loro familiare è già un modo di sentire accolto il bisogno di raccontarsi, dimensione importante nelle situazioni di fragilità e solitudine in cui spesso si trovano.
  2. Analizzare il bisogno e orientarlo in modo accompagnato alle risorse territoriali competenti più adatte alla persona, per generare una presa in carico strutturata e duratura, che possa accompagnare le persone in un percorso di inclusione sociale e ripresa del progetto di vita.
  3. Promuovere il protagonismo delle persone che si rivolgono allo sportello, chiedendo una partecipazione attiva e consapevole alle scelte che li riguardano per il reperimento delle risorse. Lavorare sulla capacità di “resilienza” delle persone è fondamentale come premessa per l’attivazione di percorsi di fuoriuscita dalla situazione di difficoltà, che spesso fa perdere speranze e genera sentimenti di rinuncia.
  4. Mappare e ricercare le risorse territoriali in modo da costruire un data-base importante di tutte le risorse presenti nelle diverse aree di bisogno. Questo aspetto permetterà allo sportello ascolto e orientamento di avere a disposizione un ventaglio di possibilità ampio e dettagliato, cosi da poter offrire risposte sempre più rispondenti al bisogno delle persone.