LETTERA DEL PRESIDENTE
Anche nel 2021 la vita del nostro ristorante
solidale Ruben e dei suoi progetti “oltre il cibo”
è stata fortemente condizionata dalla pandemia
che ha reso ancor più difficile la quotidianità
delle tante persone già in difficoltà per motivi
economici, sociali, di relazione famigliare, di
salute. E anche quest’anno si sono susseguite
varie modalità di servire la cena ai nostri
commensali fin quando il piano vaccinale, cui
la quasi totalità dei nostri ospiti ha aderito,
ci ha consentito di riaprire definitivamente il
ristorante ritornando a ritmi quasi normali. E a
quanti, per motivi medici o per scelta non si sono
vaccinati, abbiamo continuato a servire la cena in
modalità asporto, con un pur breve momento di
saluto, forti della convinzione che nessuno debba
essere trascurato.
Ruben ha quindi ripreso a essere il luogo
della cena condivisa con la famiglia o con altri
commensali, dell’incontro con i volontari, dello
sforzo per recuperare un percorso di uscita dalla
criticità che la pandemia aveva rallentato.
Da otto anni Ruben si occupa di assistere persone
che affrontano la povertà come un incontro nuovo
nella loro vita: incontro che non si aspettavano
di fare proprio per le caratteristiche differenti dei
processi di impoverimento che loro stessi erano
abituati a riconoscere in altri, ma che percepivano
assolutamente lontani dalla propria condizione.
È proprio questa novità, inaspettata che irrompe
improvvisamente in storie di vita “normali”
che genera in poco tempo uno stato emotivo
caratterizzato da sentimenti di impotenza e
disillusione nei confronti del possibile ritorno al
prima. Ruben ha confermato in tutti questi anni
che per ripartire bisogna trovare la motivazione
e la forza di immaginare un futuro possibile
e che questo può avvenire attraverso progetti
individualizzati di ripartenza che Ruben è,
appunto, impegnato a sviluppare.
Confermo con profonda convinzione l’impegno
della Fondazione, che con la mia famiglia
abbiamo voluto dedicata proprio a sostegno
di questa categoria di persone, a continuare lo
sforzo per ridare loro un futuro. E in questo
siamo confortati dal risultato di una indagine
che abbiamo voluto fare verificando direttamente
con un colloquio telefonico lo stato di 700 tra i
commensali transitati negli anni a Ruben ma che
non lo frequentano più dal 31.12.2018: di questi
il 38% ha dichiarato di non essere più venuto
perché ha ritrovato un lavoro che gli consente la
necessaria indipendenza economica ed un 8%
non ha risposto personalmente perché “al lavoro”.
Un dato incoraggiante che ci convince
a continuare sulla strada avviata.
In questi anni di pandemia si sono infatti
moltiplicate le iniziative a supporto delle persone
in difficoltà, soprattutto con riferimento al cibo
e ad altre necessità primarie, sia da parte di
organizzazioni di volontariato laico
e confessionale che da parte di organizzazioni
governative, tutte con forte caratterizzazione
assistenziale. Necessario in quel momento
drammatico. Ora è però importante ritornare
a una visione più sostenibile del supporto
a chi non ce la fa, offrendogli tutti gli strumenti,
interiori e materiali, necessari per farcela
e aiutandolo a impossessarsene. Solo facendo così
eviteremo che tra le conseguenze della pandemia
nasca una nuova fascia di popolazione dipendente
esclusivamente dalla pubblica assistenza.
Ruben, con il suo staff e i suoi volontari, che
voglio ringraziare per lo straordinario impegno
messo in campo anche nei momenti più difficili,
continuerà a essere al fianco dei nuovi poveri”
con questo preciso obiettivo.
Cav,Lav. Ernesto Pellegrini