Parto dal convegno della Bicocca, di cui leggerete
in questo Bilancio, e dal dibattito tra le personalità presenti, moderate dal carissimo amico Ferruccio De Bortoli, per sottolineare quanto detto nell’occasione dal prof. Sergio Tramma che ha definito “il progetto Ruben una delle realtà più interessanti di Milano per la capacità di elaborare ‘pensiero’ oltre che per produrre azioni di solidarietà” e ancora che “noi siamo qui a ragionare con la Fondazione Pellegrini perché ha prodotto qualcosa di originale, ha fatto scommesse più difficili, e sarebbe stato forse più facile fare della beneficenza in modo tradizionale”. Parole che, in quel luogo e contesto, mi hanno particolarmente colpito e mi hanno confermato
che quel che era nato per essere un ristorante per i poveri si è trasformato in un progetto che, a Milano, sta lasciando una traccia significativa nello sviluppo delle forme di contrasto alle nuove povertà.
In verità, durante gli incontri con i volontari in sala ristorante, i tanti Ruben che sono approdati alla nostra sede di via Gonin e ci hanno trasmesso le loro molte e variegate storie di impoverimento ci hanno subito convinto che la cena non poteva essere che il primo passo del nostro impegno. Sono così cresciuti i tanti filoni del progetto Ruben tra i quali la casa, il lavoro, l’assistenza legale, quella medico- specialistica e altre ancora. Proseguendo nel nostro cammino ci siamo poi convinti che la realtà che via via emergeva dalle storie dei commensali, oltre a interventi individuali sulle singole persone meritava anche uno studio approfondito di tipo sociologico, per capirne le cause d’ambiente e fissarne alcuni
fattori e momenti comuni, e così determinarne le ragioni più profonde, in modo da intervenire anche sulle cause esterne alla singole persone.
Da questo è nata la collaborazione con le università milanesi e in particolare con Bicocca a cui abbiamo commissionato una ricerca specifica sui nuovi poveri. Dalla ricerca è emerso chiaramente che
la mancanza di una prospettiva per il futuro è la ragione più profonda della difficoltà di queste persone a recuperare il proprio posto nella società. E se, come è stato detto nel convegno, in qualche Paese dell’Africa o dell’America Latina si può anche vivere decentemente un’intera vita “alla giornata”, in Europa non si può. Senza una prospettiva del domani si soccombe.
Questa evoluzione di Ruben, da punto di ristoro a idea e luogo di rinascita, fortemente perseguita dallo staff e dai volontari di Ruben stimolati dall’AD della Fondazione, Ing. Giuseppe Orsi, continuerà negli anni prossimi, fino a sviluppare un modo proprio di affrontare il tema dei nuovi poveri, che ormai non sono più solo persone senza lavoro, ma anche – e sempre più – lavoratori poveri.
È un paradigma che ha un’evoluzione veloce e il cui contrasto può avvenire solo anticipando l’ulteriore acuirsi della crisi da un lato e intervenendo preventivamente sulla fascia di popolazione potenzialmente più vulnerabile – di cui fanno parte anche giovani e lavoratori poveri – per evitare che la momentanea fragilità diventi strutturale
e condizioni in modo irreparabile i progetti di vita. Il nostro impegno continua a essere tangibile nell’accompagnamento dei nostri ospiti alla ricerca di una prospettiva futura personale e socio-culturale e nel comprendere quali cambiamenti dobbiamo cercare di ottenere nel territorio per generare un environment favorevole a contrastare le nuove forme di povertà.
Questo nostro impegno come Fondazione è in stretto rapporto con il Gruppo Pellegrini, in attuazione della sua responsabilità sociale di impresa verso il territorio in cui opera.
Da un lato la Pellegrini, come azienda, si è impegnata ad assicurare a tutti i collaboratori
una retribuzione equa nell’ambito di un sistema di welfare che renda dignitoso anche il lavoro più semplice; dall’altro la Fondazione Pellegrini è impegnata a far sì che Milano, la città più ricca d’Italia, nella zona più ricca d’Europa, non lasci indietro nessuno: poveri, persone temporaneamente fragili, immigrati che qui transitano o arrivano, e non costringa i propri cittadini meno fortunati a ore di coda per un po’ di cibo.
Milano ha le risorse sociali, culturali, economiche, imprenditoriali e munifiche per essere un esempio in Europa e nel mondo.
Cav,Lav. Ernesto Pellegrini